Ecosistemi dell’innovazione nel Mezzogiorno: una prima analisi sulle idee progettuali
A settembre 2021, l’Agenzia per la Coesione Territoriale, in quanto soggetto attuatore del progetto “Ecosistemi per l’innovazione al Sud in contesti urbani marginalizzati” previsto nel PNRR, ha lanciato un avviso per finanziare idee progettuali di interventi di riqualificazione e rifunzionalizzazione di siti per la creazione di ecosistemi dell’innovazione nel Mezzogiorno. Gli ecosistemi sono reti di università statali e non statali, enti pubblici di ricerca, enti pubblici territoriali, altri soggetti pubblici e privati altamente qualificati, che agiscono su aree di specializzazione tecnologica in linea con le vocazioni industriali e di ricerca del territorio, supportando la cooperazione tra i sistemi della ricerca, della produzione e delle istituzioni territoriali.
In totale alla prima fase dell’avviso pubblico sono state presentate 270 idee progettuali, di cui 171 giudicate idonee (il 63,3%). Entro il 25 febbraio 2022, i proponenti di queste ultime potranno partecipare alla seconda fase, presentando un progetto di dettaglio che sarà valutato ed eventualmente finanziato.
I proponenti sono organismi di ricerca le cui idee progettuali, presentate insieme ad almeno un partner, riguardano interventi di riqualificazione e rifunzionalizzazione di siti, nella loro disponibilità, localizzati nelle regioni del Mezzogiorno. Tra i proponenti non mancano soggetti operanti anche al di fuori delle aree target (è il caso, ad esempio, della LUISS Guido Carli o del Politecnico di Torino). Delle 171 idee progettuali idonee, 45 sono relative a siti localizzati in Campania; seguono la Puglia con 40 proposte e la Sicilia con 38. Maggiormente distanziate Sardegna (14), Calabria (13), Abruzzo (9), Basilicata (9) e Molise (4).
In questa pillola dedicata all’esame delle proposte valutate idonee, si è proceduto a riclassificare le idee progettuali per categoria di soggetto proponente e regione in cui verrebbe effettuato l’intervento finanziato.
In generale, per buona parte dei casi (il 41%), le università statali hanno coordinato le candidature per gli ecosistemi dell’innovazione: in Puglia questa quota supera il 50% dei casi. Inoltre, solo le università statali coordinano almeno una cordata in ogni regione. Particolarmente attivi in tutti i territori regionali sono stati anche il Consiglio Nazionale delle Ricerche (15% dei casi), altri enti pubblici di ricerca (CREA, IZS, ad esempio, 12% dei casi) e Fondazioni e altri soggetti privati (10%).
Passando a indagare gli ambiti tecnologici su cui vertono le 40 idee progettuali per la costituzione di ecosistemi di innovazione in Puglia, si possono avanzare alcune prime considerazioni, esaminando i casi in cui il titolo della proposta è sufficientemente esplicativo del tema. In linea generale, le proposte sembrano caratterizzarsi per forte interdisciplinarità; tuttavia emergono, tra gli altri, due ambiti tematici, agroalimentare e salute, declinati a loro volta in diversi sotto-ambiti. Per l’agroalimentare, con almeno 11 proposte di ecosistemi, si va dagli aspetti salutistici alla valorizzazione della biodiversità, dalla manifattura sostenibile all’economia circolare. Per la salute e la medicina (almeno 5 idee) si va dal bio-imaging alla medicina di precisione, dalla salute sui posti di lavoro alla medicina traslazionale. Tre sono poi le idee per ognuno dei seguenti ambiti: energia e ambiente (bioraffinerie, recupero verde di insediamenti dismessi, economia circolare), attività culturali e creative, digitale e sensoristica. Con riferimento alle filiere produttive regionali, una proposta riguarda l’aerospazio e la mobilità sostenibile, una il tessile, un’altra la pesca e l’acquacultura. Da segnalare, infine, che due proposte fanno esplicito riferimento al tema dell’invecchiamento della popolazione.
Per ulteriori approfondimenti: Agenzia per la Coesione Territoriale – Manifestazione di interesse ecosistemi dell’innovazione nel Mezzogiorno