Instant Report n. 13: la ripartenza occupazionale in Puglia nel contesto europeo e italiano
ARTI ha pubblicato l’Instant Report n.13, un’analisi approfondita sugli sviluppi del mercato del lavoro in Europa, Italia e Puglia dopo la pandemia da Covid-19. Il report esplora l’impatto della pandemia sul sistema economico, evidenziando il ruolo chiave del capitale umano e della specializzazione produttiva nel favorire la ripresa occupazionale. Questo studio, basato su dati Eurostat e ISTAT, esamina come le risorse umane e l’innovazione abbiano contribuito a rispondere alla crisi e a stabilizzare i tassi occupazionali nelle aree più colpite.
Il report analizza in modo dettagliato gli indicatori chiave che hanno influenzato la ripresa occupazionale. La sezione introduttiva offre un quadro generale degli effetti devastanti della pandemia sul mercato del lavoro globale, con un focus sull’Europa e sull’Italia.
Viene analizzata infatti la ripresa occupazionale nei Paesi europei dal 2019 al 2023, con una crescita media del 2,7% nell’Unione Europea. Il report prosegue con un focus sull’Italia, dove, tra il 2019 e il 2023, si è registrato un aumento dell’occupazione, soprattutto in alcune regioni del Sud come Puglia e Sicilia, e in Liguria.
Attraverso un’analisi statistica, il report mostra come la crescita occupazionale sia direttamente correlata alla specializzazione produttiva e alla presenza di lavoratori con istruzione terziaria. Nei Paesi europei, la correlazione è particolarmente forte per i settori ad alta tecnologia, mentre in Italia i risultati mostrano un quadro più complesso, con una crescita occupazionale rilevata anche in regioni con minore dotazione di capitale umano qualificato.
Il report dedica una sezione specifica alla Puglia, dove analizza i dati occupazionali a livello comunale. Grazie a una serie di mappe coropletiche e grafici, vengono messe in evidenza le aree con la maggiore variazione del tasso occupazionale e le differenze provinciali. In particolare, i comuni del basso Salento, della provincia di Bari e quelli garganici più prossimi al mare mostrano variazioni occupazionali positive, mentre le aree del sub-Appennino Dauno e tra la provincia di Taranto e Lecce presentano maggiore criticità.
L’analisi esplora pertanto le variabili che hanno favorito la crescita occupazionale nei comuni pugliesi, come l’alta densità di unità locali, l’imprenditorialità e la presenza di capitale umano qualificato. Viene evidenziato come nei comuni con un ecosistema imprenditoriale dinamico e un’elevata concentrazione di imprese si registrino maggiori incrementi dei tassi occupazionali.
Il documento si conclude con una serie di raccomandazioni per i decisori politici, enfatizzando l’importanza di politiche integrate per la promozione dell’istruzione avanzata, della formazione continua e dell’imprenditorialità. Sottolinea l’importanza di favorire l’adattabilità delle risorse umane per mantenere la crescita occupazionale nel lungo termine e ridurre il disallineamento tra domanda e offerta di competenze, un fenomeno cruciale per evitare l’emigrazione dei giovani più qualificati.
In sintesi, lo studio mette in luce come in Puglia la combinazione di capitale umano, innovazione e imprenditorialità possa aver contribuito alla ripartenza post-pandemica in specifiche aree e come l’integrazione di queste dimensioni sia fondamentale per promuovere una crescita economica duratura e sostenibile.