Le aree di specializzazione intelligente – Investimenti in tecnologie e digitalizzazione e imprese che hanno prodotto KETs in Puglia per area di specializzazione
Questo numero della rubrica In Pillole si occuperà di valorizzare e mettere in relazione due ulteriori tavole di indicatori delle 35 messe a disposizione da Istat a maggio di quest’anno, fornendo uno spunto di riflessione su investimenti e tecnologie abilitanti, ossia le tecnologie “ad alta intensità di conoscenza e associate a elevata attività di Ricerca & Sviluppo, a cicli di innovazione rapidi, a consistenti spese d’investimento e a posti di lavoro altamente qualificati” secondo la definizione della Commissione Europea.
Nello specifico, questo approfondimento ha come obiettivo la descrizione della correlazione esistente tra investimenti in tecnologia e digitalizzazione delle imprese potenziali S3 (ovvero quelle che si distinguono per la loro partecipazione a settori con alta intensità di conoscenza e innovazione e che contribuiscono alle traiettorie di sviluppo e competitività in ambito regionale e nazionale) e la produzione di tecnologie abilitanti (Key Enabling Technologies, o KET). I dati sugli investimenti sono forniti da Istat per intensità; ai fini di questa analisi sono state tenute in considerazione le imprese che hanno effettuato investimenti di intensità media e alta sul totale delle imprese potenziali S3 della singola area di specializzazione. Ci si aspetta che nelle aree di specializzazione in cui vi è una quota maggiore di imprese potenziali S3 sul totale che investe fortemente in tecnologie e digitalizzazione vi sia anche un maggior numero di imprese che abbiano prodotto tecnologie abilitanti.
Fissando l’attenzione dapprima sulle imprese potenziali S3 che hanno fortemente investito su tecnologie e digitalizzazione (rappresentate sull’asse orizzontale), si evince che le aree di specializzazione dove in Puglia questi investimenti sono stati più frequenti sono Fabbrica Intelligente (78% del totale delle imprese specializzate di quell’area), Comunità intelligenti sicure e inclusive (72,2% del totale) e Tecnologie per il patrimonio culturale (69,4%).
Guardando invece alle imprese che hanno prodotto tecnologie abilitanti (rappresentate sull’asse verticale), queste si concentrano maggiormente nelle aree Tecnologie per il patrimonio culturale (42,2% del totale delle imprese specializzate di quell’area), Economia del mare (41,8%) e Fabbrica Intelligente (41,6%).
In generale, dal grafico si evince una forte associazione positiva tra investimenti e produzione di KETs, confermata dal valore di un indice di correlazione molto alto (0,8463). Pertanto, le aree di specializzazione dove le imprese S3 investono maggiormente in tecnologie e digitalizzazione sono anche quelle che producono più tecnologie KETs. Mostrano questo andamento soprattutto le imprese specializzate in Tecnologie per il patrimonio culturale, Fabbrica Intelligente e Comunità intelligenti sicure e inclusive.
Come nel precedente numero, il grafico ha clusterizzato le 12 aree di specializzazione della Strategia Nazionale di Specializzazione Intelligente secondo le aree prioritarie di innovazione previste nella strategia Smart Puglia 2030.
Nell’area della manifattura sostenibile vi sono le due filiere “estreme”, ossia con i maggiori e minori valori di investimenti e tecnologie prodotte, rispettivamente Fabbrica intelligente e Agroalimentare. Tuttavia, l’area prioritaria di innovazione complessivamente più tecnologica secondo i due indicatori utilizzati è Comunità digitali, con il “triangolo” delle filiere più spostato a destra e in alto.
Per maggiori approfondimenti: Istat, Le aree di specializzazione intelligente italiane: imprese e territori – Anni 2021/2022