A Firenze l’evento conclusivo del Progetto Milia sul lavoro e l’inclusione attiva delle persone in esecuzione penale
Si è tenuto il 13 novembre a Firenze, nella sala blu de “Il Fuligno”, il convegno finale nazionale del progetto MILIA – Modelli sperimentali di intervento per il lavoro e l’inclusione attiva delle persone in esecuzione penale.
Il progetto, promosso dalla Direzione Generale per il coordinamento delle Politiche di Coesione del Ministero della Giustizia (Organismo Intermedio) e concertato con Regione Puglia (Lead partner), Regione Abruzzo, Regione Toscana e Regione Sardegna, ha puntato a sviluppare percorsi riabilitativi e di reinserimento socio-lavorativo dei detenuti presenti in alcuni degli istituti penali delle regioni coinvolte, attraverso l’acquisizione di competenze spendibili al termine del periodo di detenzione.
L’iniziativa è finanziata nell’ambito del Pon Inclusione con il contributo del Fondo Sociale Europeo 2014-2020, in particolare dall’Asse 3 del PON Inclusione “Sistemi e modelli di intervento sociale” che supporta, nell’ambito dell’Obiettivo specifico 9.2 – Azione 9.2.2, le amministrazioni competenti ai diversi livelli di governo nella definizione e diffusione di modelli più efficaci di intervento per le comunità e le persone a rischio di emarginazione – detenuti ed ex detenuti – anche attraverso azioni di promozione delle attività economiche a contenuto sociale, delle imprese sociali di inserimento lavorativo e dell’innovazione sociale.
All’iniziativa hanno partecipato: l’ assessore regionale alla Formazione e Lavoro Sebastiano Leo (per i saluti istituzionali), Pasquale Orlando, Dirigente Sezione Programmazione Unitaria Regione Puglia, Corrado La Forgia e Paolo Giardiello di ARTI con un intervento.
La sperimentazione è stata condotta nei settori delle produzioni agricole e delle falegnamerie, e in particolare, in Puglia è stata svolta un’azione specifica presso la falegnameria della Casa Circondariale di Lecce, dove, in rete con la Casa di Reclusione di Sulmona, è stato avviato lo start up di una vera e propria “azienda” carceraria per arredi con la definizione di uno specifico modello di business. A ciò è stata affiancata un’attività di formazione per i detenuti coinvolti nella sperimentazione con l’obiettivo di aumentare il bagaglio delle competenze professionali delle persone in esecuzione penale e quindi il loro reinserimento sociale una volta terminata la pena detentiva.
Maggiori informazioni sul progetto MILIA [a questo link].