Interscambio commerciale tra Puglia e Africa, la nuova Pillola di ARTI
Nel 2018 è stato firmato l’African Continental Free Trade Area Agreement (AfCFTA) volto a consentire la creazione della più estesa area di libero scambio a livello globale, per numero di paesi coinvolti. Secondo le valutazioni della World Bank, da questo accordo si attende un incremento delle esportazioni africane verso paesi non africani di 560 miliardi di dollari. D’altra parte, stime per il 2023 dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) prevedevano per il continente africano tassi crescita del PIL reale tra più alti al mondo – secondi solo all’Asia in via di sviluppo – con un ruolo propulsivo svolto da Africa orientale e Africa centrale; stime più recentemente confermate anche per il 2024 dall’Economist Intelligence.
Negli ultimi tempi, vi è stato un rinnovato interesse nei confronti del continente africano anche a livello italiano, per via di progetti di rilancio della cooperazione. In questa pillola viene quindi approfondita l’evoluzione degli ultimi anni nell’interscambio tra la Puglia e il continente africano. Nell’ultimo decennio la bilancia commerciale è sempre risultata positiva per l’Africa; il divario, già alto nel 2019 (circa 140 milioni di euro), è divenuto particolarmente evidente nel corso dell’ultimo biennio, sfiorando i 179 milioni di euro.
Le esportazioni pugliesi verso il continente africano mostrano nel decennio una bassa variabilità, mantenendosi quasi costantemente attorno alla media annuale di 70 milioni di euro e non mostrando particolari trend, se non una leggera tendenza al rialzo a partire dal 2020. Al contrario, le importazioni dal continente hanno mostrato un rapido aumento dopo il 2021 (+68% tra il 2020 e il 2021). Alla base di questa crescita vi sono sicuramente i recenti accadimenti geopolitici che hanno richiesto una diversificazione degli approvvigionamenti. Infatti, se si guarda alla composizione delle merci importate, nel triennio 2020-2022 i minerali ne rappresentano oltre la metà, nella quasi totalità si tratta di petrolio greggio e gas naturale. Per quanto riguarda le importazioni di prodotti del manifatturiero, sono i metalli di base e prodotti in metallo a rappresentare una quota di circa il 30% della divisione ATECO corrispondente, seguiti da coke e prodotti petroliferi raffinati (quote intorno al 15% annue). Molto marginale l’importazione di prodotti primari.
Per quel che riguarda le esportazioni pugliesi, queste riguardano invece quasi completamente i prodotti manifatturieri; nello specifico macchinari ed apparecchi (circa il 20% del totale della corrispondente divisione ATECO), coke e prodotti petroliferi raffinati. C’è tuttavia da evidenziare che, nonostante la favorevole collocazione geografica della Puglia, la maggior parte degli scambi commerciali tra Africa ed Italia interessa marginalmente la regione rispetto ad altre, quali la Lombardia, Sardegna e Liguria per le importazioni; la stessa Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto per le esportazioni.
Per maggiori approfondimenti: Istat, Coeweb – Statistiche del commercio estero