La banca dati regionale annuale ARDECO della Commissione Europea. Un’analisi sulle ore lavorate in Puglia su base quarantennale
A livello comunitario vi è sempre maggiore attenzione al supporto delle politiche pubbliche mediante evidenze scientifiche, come testimoniato dalla piattaforma Knowledge4Policy (K4P). Nell’ambito di questo impegno, la Direzione generale della Politica regionale e urbana della Commissione europea ha recentemente rilasciato ARDECO, una banca dati regionale annuale, gestita e aggiornata dal Centro comune di ricerca.
La banca dati è molto ampia: contiene una serie di variabili e indicatori disponibili su una lunga serie temporale per le regioni dell’Unione Europea. Contiene inoltre dati previsionali a breve termine, poiché integra i dati della banca dati AMECO della Direzione Generale degli Affari economici e finanziari. I dati sono presentati a varie scale territoriali. A seconda dell’indicatore selezionato, possono essere disponibili dati nazionali (NUTS0), ripartizionali (NUTS1), regionali (NUTS2), provinciali (NUTS3), regioni metropolitane.
ARDECO, disponibile gratuitamente, viene aggiornata due volte l’anno, in seguito alla pubblicazione delle previsioni economiche a breve termine della Direzione Generale degli Affari economici e finanziari, in primavera e in autunno. Attualmente, ARDECO contiene variabili ed indicatori che coprono quattro temi: demografia, mercato del lavoro, formazione del capitale fisso lordo, prodotto interno.
In questo numero della rubrica, è stato selezionato un indicatore alternativo nella lettura del mercato del lavoro, ossia le ore lavorate, indicatore che fornisce una misura dell’effettivo apporto produttivo del lavoro rispetto all’andamento del numero di occupati, aggiornato a novembre 2022. Le informazioni tratte dalla banca dati ARDECO permettono di seguire l’andamento delle ore occupate in Puglia per un orizzonte temporale molto ampio, dal 1980 al 2019. La banca dati contiene inoltre le stime e previsioni per il quinquennio 2020-2024.
Al di là del massimo raggiunto nel 1992, con quasi 2,7 miliardi di ore lavorate, il mercato del lavoro in Puglia, al di là delle fluttuazioni annuali, pare tendere verso un equilibrio di circa 2,5 miliardi di ore. Vi è stata una chiara battuta di arresto nel 2020, in concomitanza della chiusura di molte attività produttive dovute alle restrizioni imposte dalla pandemia.
Nel corso dei decenni, è tuttavia progressivamente diminuita la quota di ore lavorate in Puglia rispetto alle ore totali in Italia: se sul decennio ’80 la media era pari al 6,1%, nel secondo decennio del nuovo millennio questa è scesa al 5,6%.
Infine, i dati messi a disposizione da ARDECO permettono anche di fornire il dettaglio del contributo dei diversi settori economici al monte ore lavorate complessivo. Ai nostri fini, ne sono stati selezionati due: industria (settori ATECO B-E) e servizi ad alto potenziale (settori ATECO N-K). L’andamento delle due quote è opposto e abbastanza speculare: se la quota dell’industria è costantemente diminuita – passando dalla media del 16,7% del decennio ’90 alla media del 13% dell’ultimo decennio – quella dei servizi ad alto potenziale, invece, è aumentata. Negli anni ’80 solo poco più dell’8% delle ore lavorate erano riferite al settore dei servizi; nell’ultimo decennio, invece, queste hanno rappresentato quasi il 12%.
Per ulteriori approfondimenti: Commissione Europea, ARDECO database